Gli STIVALETTI: i trabocchetti da evitare

Nei mesi autunnali e invernali gli stivaletti sono forse il modello di calzature più usato dalle donne di ogni stile ed età, in genere in abbinamento al capo più trasversale ed eclettico, il jeans – quasi sempre skinny o ultra-skinny – e spesso anche alle gonne.

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A questo proposito una riflessione è d’obbligo: in un ipotetico mondo ideale dove la pubblicità rispecchia la realtà e dove tutte abbiamo le gambe di Gigi, Gisele o Kate Moss (o delle figure stilizzate che vedete qui sotto, che ho volutamente scelto per sottolineare il fatto che i modelli proposti non sono reali: nel prossimo post invece vedremo degli esempi “veri”), l’abbinamento non sarebbe affatto male.

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Il fatto però è che la maggior parte di noi ha forme ben diverse da quelle filiformi delle modelle (e, diciamolo, per fortuna!) e quindi questo abbinamento risulta parecchio inadatto per quasi tutte, anche perché nella miriade di modelli proposti dal mercato trovare quello più adatto al nostro fisico (e riuscire pure ad abbinarlo con i capi giusti) non è sempre così facile.

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Vediamo allora in questo post e nel successivo qualche suggerimento che può essere utile per guidarci nella scelta.

La prima cosa da dire è che gli ankle boots così come vengono proposti dalle riviste, dalle passerelle e dalle fashion blogger (e cioè in bella vista abbinati a gonne corte o a jeans attillatissimi) in genere penalizzano la nostra figura, perchè di fatto tagliano in due la gamba e hanno quindi un effetto che è esattamente il contrario di slanciante. Per questo motivo sono in genere improponibili per quasi tutte le donne che non abbiano una gamba magrissima e lunghissima (e comunque in genere per chi ha una vita reale, non filtrata dall’angolazione furbesca della macchina fotografica e da innumerevoli filtri e/o fotoritocchi).

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Non c’è marchio che tenga, i modelli proposti sono quasi tutti difficilissimi da portare anche se li compriamo a caro prezzo nelle boutique delle firme più eleganti e costose, quindi dobbiamo rimboccarci le maniche e fare di testa nostra per riuscire a capire come orientarci e per evitare paradossi sul genere della ben nota favola dei vestiti nuovi dell’imperatore (nessuno ha il coraggio di dire che il re è nudo – in questo caso, nessuno osa dire che le scarpe firmatissime sono orrende).

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L’elemento più difficile in assoluto da portare e che secondo me sta male pure alle indossatrici qualunque sia il modello dello stivaletto è il plateau molto alto (più di 2 cm): già di per sé la suola alta toglie eleganza e aggiunge chili indesiderati alla nostre gambe perché sbilancia tutto il peso portandolo verso il basso ( “tipo gli zoccoli di una mucca”, dice Benedetta), poi abbinato ad un capo difficile come lo stivaletto dà risultati decisamente poco valorizzanti.

Se state per comprare uno stivaletto con il plateau, quindi, uscite subito dal negozio, di corsa!!!

E non rientrateci finchè non siete rinsavite.

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Un altro elemento da evitare è la punta squadrata o semi-squadrata: anche questa ha un effetto penalizzante sulla forma delle nostre gambe perché fa tutto fuorchè slanciare e snellire: non esiste al mondo nessuna donna che possa portare con un po’ di grazia o stile una calzatura di questo tipo.

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Altro modello decisamente da bocciare (portato molto dalle giovanissime e non solo) perché non dona a nessuna e ha un aspetto sempre cheap anche se lo abbiamo pagato 300 euro è quello con il gambale corto e a pieghe e l’aspetto “finto vissuto”, sia con il tacco che senza, dà l’idea di uno stivale per andare a cavallo al quale per chissà quale motivo – meglio non approfondire  – abbiamo tagliato la parte superiore.

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Nel prossimo post vedremo insieme altre indicazioni di massima utili per fare la nostra scelta, oltre ad alcuni modelli che con gli opportuni abbinamenti possono combinare classe e praticità (e anche budget!).

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